CIVILTÀ CRETESE
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Periodo
PREPALAZIALE (2500-2000 a.C.). In questo
periodo, antecedente la realizzazione dei palazzi, i cretesi costruivano
edifici in mattoni crudi, dipingevano gli intonaci dei vani interni e avevano
sviluppato una tecnica ceramica vicino allo stile detto di Kamàres.
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Stile Kamares |
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Periodo
PROTOPALAZIALE (2000-1700 a.C.). In
questo intervallo di tempo vengono edificati i grandi palazzi nelle città di
Cnosso, Festo e Màllia. Gli edifici erano organizzati attorno a uno spazio
centrale scoperto a pianta rettangolare; i diversi ambienti erano situati su
vari livelli e assecondavano la pendenza del terreno su cui sorgevano. Il
periodo protopalaziale è caratterizzato anche dalla produzione di ceramiche
dalle pareti sottilissime dette, perciò, a “guscio d’uovo”. Un particolare
tipo di ceramica è quello in stile di Kamàres,
il cui nome deriva dalla grotta ove sono stati trovati i primi reperti. I
colori usati sono il giallo, il rosso e il bianco su fondo nero; i motivi
principali sono costituiti da decorazioni esclusivamente geometriche (linee curve, spirali e cerchi).
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Dea dei serpenti |
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Periodo
NEOPALAZIALE (1700-1400 a.C.). In questo
periodo, il più documentato, vengono riedificati i primi palazzi andati
distrutti, forse a causa di invasioni e di un violento terremoto. Le testimonianze
più significative della civiltà cretese, sono date dai resti dei palazzi di
Cnosso, Festo e Màllia. Nelle grandi “città-palazzo” si svolgeva la vita
politica, amministrativa, sociale e culturale; oltre al sovrano e alla sua
famiglia, vi risiedevano funzionari, amministratori, artigiani e schiavi,
mentre i lavoratori agricoli vivevano in piccoli centri, per lo più localizzati
nella parte centro-orientale dell’isola; andavano in scena spettacoli di vario
tipo, vi si svolgevano attività ginniche e cerimonie di carattere religioso. Mancavano
di mura difensive in quanto il mare e la potente flotta erano sufficienti a
proteggere le città. Nel Palazzo Reale di Cnosso sono stati rinvenuti diversi
porticati sorretti da colonne dipinte con colori vivaci, formate da un fusto
liscio, di forma tronco-conica, rastremato verso il basso. I capitelli,
elementi d’interposizione tra i fusti delle colonne e gli architravi,
sono costituiti da due elementi: l’abaco e l’echino. All’interno del palazzo di Cnosso,
particolarmente negli ambienti reali, sono stati rinvenuti diversi affreschi
con raffigurazioni di tipo naturalistico; i soggetti rappresentati fanno
riferimento al mondo vegetale (fiori e piante), al mondo animale (polipi,
delfini, stelle marine, molluschi, tori ) ed ancora, gare atletiche, cerimonie
religiose, tauromachie, danze rituali. Le figure appaiono contornate da profili
sinuosi, colorate con tinte chiare e luminose, sempre chiaramente contrastanti
rispetto al cromatismo degli sfondi. In
questo periodo, in campo ceramico vi fu un’intensa produzione di statuette
votive realizzate in terracotta smaltata. Tra le opere più conosciute, vi è la
statuetta della cosiddetta “Dea dei serpenti”, una delle divinità “della terra”, o del
“sottosuolo”; essa è rappresentata con un tipico abito a falde ricadenti,
bloccato ai fianchi da un elemento a forma di sella che parrebbe realizzato con
una stoffa più pesante. Uno stretto corpetto comprime e lascia scoperti i seni,
mentre le sue mani mostrano e stringono due serpenti. La produzione ceramica assume forme più libere rispetto al precedente
periodo. L’aspetto più importante e innovativo di questo periodo
è dato da un nuovo stile Gurnià, più realistico dello stile Kamares.
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Brocchetta di Gurnià |
L’esempio più conosciuto e
rappresentativo di questo stile della produzione vascolare di questo
periodo, è la cosiddetta “Brocchetta di Gurnià”. La
brocchetta è caratterizzata dalla figura di un grande
polipo immerso nel suo ambiente naturale che, tra alghe e pezzetti di corallo
sospesi nell'acqua, sembra avvolgere coi suoi tentacoli la superficie del vaso.·
Periodo
POSTPALAZIALE (1400-1100 a.C.). L’ultima
fase della civiltà cretese si svolge dopo l’espansione delle popolazioni achee,
che portò alla totale distruzione dei nuovi palazzi. La produzione artistica
non fu più creativa: le forme si assestarono su quelle più commerciali e le
decorazioni divennero sempre più ripetitive. L’arte si trasformò in raffinato
artigianato.
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